«Dieci anni di abbandono, due milioni di affitto pagati dalla Regione Lazio ogni anno, 400mila potenziali pazienti giornalieri lasciati senza struttura sanitaria. Questa è la situazione dell’ex ospedale San Giacomo di Roma, situato al centro storico di Roma, e per il quale con una mozione depositata ieri ho richiesto l’immediata riapertura. Sono stati diversi negli anni i cambi di destinazione d’uso ipotizzati, ma gli immobili del 1300 sono ancora lì, vuoti, a consumare energia elettrica e fondi pubblici (come apparso oggi sul quotidiano il Tempo, infatti, apprendo che la Regione paga ancora bollette e custode) per quella che un tempo era un’eccellenza in diversi campi. I danni per la comunità, causati dall’indifferenza e dall’immobilismo verso questa situazione, sono enormi. A cominciare dalla popolazione residente e lavorativa che deve confluire in altri ospedali, intasandoli e creando disservizi gravi, come tutti sappiamo e come molti pagano sulla propria pelle. Parliamo di una zona, il I Municipio, con la più alta densità di incidenti tra motorini, pedoni e biciclette. Considerato che il tempo medio di percorrenza con auto propria per accedere a uno dei tre Pronto soccorso del triangolo Santo spirito-Policlinico-San Giovanni è di oltre un’ora, con possibilità di sfiorare le due ore in caso di congestione del traffico, aumentando i rischi per le persone in codice rosso che devono essere trattate immediatamente. Davvero la Regione se la sente di addossarsi la responsabilità di queste vite umane? Se si, sarà mia cura monitorare e presentare a questa Giunta una lista puntuale e sempre aggiornata di chi avrebbe potuto essere salvato e che invece è deceduto per non essere riuscito a raggiungere in tempo gli altri ospedali».
Così Sergio Pirozzi, consigliere regionale e Presidente della XII Commissione (Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile, ricostruzione) del Consiglio regionale del Lazio.